I Genitori e la Società Italiana di Fine Secolo

Questo articolo è inserito nel libro: Una Vita per la Famiglia, pubblicato dall'IRSEF, in collaborazione con l'age, per i tipi delle Dehoniane.

Guido Tascini
Università Politecnica delle Marche - Presidente I.R.S.E.F.


Il vento del ’68, che soffiò gagliardo sull’Europa e in Italia con qualche ritardo, oltre a mettere in discussione scuola e istituzioni in genere e a generare un periodo di crisi e di oscura violenza, fornì lo stimolo all’aggregazione dei genitori, storicamente numi tutelari delle mura domestiche e poco inclini alle manifestazioni sociali. Le idee di Sartre dapprima e poi di Locan, Althusser, Faucault, Deleuze, si affermarono contrapponendosi alla filosofia umanista e spiritualista e dominarono un periodo inquieto e contestatore che da Parigi si diffuse in Europa[1]. Entro e al di là di questi eventi si affermò la cosiddetta rivoluzione sessuale che, diffusa dai lavori di Alfred Kinsey, fu dirompente a livello giovanile. Un insieme di rivoluzioni culturali, tra le più rilevanti del secolo, sembrava fossero d’improvviso confluite tutte assieme in quel periodo, continuando poi a influire sui costumi, al di qua e al di là dell’oceano, per tutto il resto del ‘900. E’ interessante, a questo proposito, leggere il punto di vista di un pensatore americano moderno, il quale, sul finire del secolo affermava che molti personaggi, responsabili di aver promosso la rivoluzione culturale nell’arte e nelle scienze del comportamento, non si comprendono se non si studiano rapportando le loro opere e le loro idee con le passioni che dominarono la loro vita. [2] Jones sostiene che tali idee e tali innovazioni sono spesso la razionalizzazione di conflitti personali, di carattere morale e che gli aspetti rivoluzionari, che ne costituiscono l’essenza, rappresentano un modo per superare quei conflitti interiori rompendo con i precedenti sistemi di valori। E’ istruttivo leggere come nel novero di tali personaggi includa Picasso, Jung, Freud e Kinsey. Ad esempio i dati sperimentali sulla sessualità pre-adolescenziale riportati da Kinsey sembrano ottenuti in modo moralmente e legalmente discutibile. La mole di documentazione accumulata da Jones sembra avvalorare le sue deduzioni. Jones riafferma l’esistenza di una morale naturale che alberga nel profondo dell’essere umano; anche coloro che la negano percepiscono un oscuro senso di colpa che li spinge a razionalizzare i propri impulsi, inventando teorie che giustifichino le proprie debolezze. Tra le molte conseguenze di questa rivoluzione culturale ci fu l’abbandono, da parte di una società prevalentemente e tradizionalmente cattolica dell’approccio all’educazione incentrato sulla ‘persona’. Una delle operazioni culturali più rilevanti dei genitori associati fu il recupero della visione personalistica cristiana nell’educazione (v. Devau, Nosengo e altri), visione che, ad esempio, pervade la Scuola di Formazione Ennio Rosini e la Scuola Genitori . Oggetto dell’educazione è la persona umana, essere attivo che è orientato ad un fine nel mentre sviluppa la propria esistenza. E’ un approccio che recupera l’attivismo pedagogico, in una visione umanistico-esistenziale, come processo di sviluppo dell’intimo della persona umana. La perdita della centralità della persona fu causa di atteggiamenti politici e pratici gravemente anormali, che giunsero fino all’adesione a forme di violenza armata. La struttura fortemente gerarchica della scuola e delle varie organizzazioni sociali non contribuirono certo a metabolizzare pacificamente le spinte rivoluzionarie e l’univesità, la scuola e la società si animarono di manifestazioni e cortei, non solo, ma anche di violenze e agguati. Fu in tale contesto che si sviluppò l’associazionismo dei genitori e, in particolare quello dell’A.Ge., nata da una proposta del Dott. Rosini nel ’67. Il contesto sociale appena descritto trovava la struttura pubblica, ivi compresa la scuola, totalmente impreparata a fronteggiare e interpretare le spinte provenienti dal basso: le gerarchie vacillarono e le famiglie si trovarono smarrite e completamente sole a soddisfare le esigenze educative dei giovani. Questo è il motivo del successo dell’associazionismo dei genitori. I genitori, in quanto tali, non avevano avuto fin qui un “luogo” dove incontrarsi per dibattere i problemi concreti dell’educazione dei propri figli. Un luogo dove ‘esporre’ i propri problemi educativi, trovare risposte e conforto dagli altri genitori, ottenere una formazione pedagogica e culturale in genere, approfittando delle competenze degli altri genitori. A queste esigenze di ausilio nel campo educativo si affiancarono quelle di avere una voce rappresentativa in seno alle istituzioni. La reazione dei genitori allo sconvolgimento sociale descritto avvenne allora su diversi fronti: 1. innanzitutto sul piano della comprensione del fenomeno. Emerse la necessità di aggregarsi con altri genitori, variamente competenti, per mettere a punto strategie educative, adeguate a intersecare la società in generale e la scuola in particolare, luogo educativo per antonomasia, dove far sentire il proprio peso. In sintesi anche i genitori, dal loro canto, avviarono una loro particolare rivoluzione, seppure pacifica: imporre, per la prima volta nella storia, la propria presenza nelle decisioni scolastiche. Una iniziativa particolarmente innovativa, sul piano delle strategie educative, fu l’istituzione della “Scuola Genitori”. Rivolta ai genitori che si sentivano inadeguati a tradurre in pratica i principi teorici dell’educazione, profondamente insicuri e preoccupati nell’accogliere i cambiamenti sociali e contemporaneamente gestirne i rischi. Frustrati dal confronto con agenzie educative molto più potenti di loro, quali quelle mass-mediatiche, quelle delle aggregazioni sociali, quelle della scuola, accolsero con entusiasmo la possibilità di essere formati alla professione di genitore. La scuola genitori riscosse grande successo. Tant’è vero che, di lì a qualche anno, nacque la necessità di “formare i formatori”. E a tale proposito merita di essere menzionata la “Scuola di Formazione Ennio Rosini”, istituita dall’IRSEF,finalizzata a certificare i formatori, detti “Esperti in Educazione di Ambito Familiare”. 2. sul piano culturale produsse incontri e seminari, edizioni di libri e notiziari. Un’idea chiave ha permeato questa attività culturale : l’esistenza di valori comuni sul piano etico, che accomunano la grande maggioranza degli uomini. E’ su questi valori che l’associazionismo dei genitori ha fondato la sua azione educatrice, con ciò riconducendosi ai principi fissati nella costituzione italiana. In questa visione educativa alla promozione dei valori umani si affiancò un approccio ‘documentato’ e ‘scientifico’ all’analisi dei problemi, che rese gli interventi particolarmente efficaci ; 3. sul piano prammatico promosse una struttura democratica (non gerarchica) che mettesse in comune le varie esperienze e competenze dei genitori. Inventando uno stile concreto, aderente ai problemi di tutti i giorni, che permettesse ai genitori di lavorare attorno ai problemi familiari e scolastici, producendo interventi utili ai vari livelli. Sul piano organizzativo emerse la novità del federalismo. Ad esempio l’AGe, fin dalla sua nascita, si organizzò in Federazione di Associazioni Genitori Locali, che andava in controtendenza rispetto alle strutture gerarchiche delle altre associazioni: 4. infine sul piano politico, cercò di aggregare le competenze dei genitori, stimolando la loro presenza nella società, nelle istituzioni e nei media, promuovendoli a “soggetto politico”. Azione rilevante è stata l’ispirazione di leggi, quali, ad esempio, i D.Delegati e l’intervento nel processo di democratizzazione della scuola. In particolare tale processo si è spinto nella direzione del garantire pari opportunità all’inizio del cammino scolastico: i risultati dell’educazione non possono valutarsi senza questa uguaglianza iniziale delle persone. Aspetto che rimane tutt’ora il punto critico della scuola italiana. Per questo credo che la presenza dell’associazione abbia ancora un grande ruolo da svolgere. Basti pensare alla scuola multietnica che si sta gradualmente creando nel nostro paese. 5. Sul piano mass-mediatico l’associazionismo dei genitori è stato presente cercando di stimolare prodotti televisivi adatti ai ragazzi. Si tratta di interventi non di condanna di spettacoli diseducativi (pur essendo presenti nelle opportune commissioni) quanto piuttosto di promozione di programmi positivi. Ad esempio il Premio Chiara d’Assisi è un caso di azione positiva sulla TV pubblica e privata. Esso viene attribuito ogni anno a programmi TV che favoriscano: · I valori della famiglia, · L’educazione dei ragazzi, · L’essere genitori oggi. I mass-media sono un’occasione eccezionale sul piano educativo. E’ importante, però, che la domanda sociale li orienti verso strade a servizio dell’uomo e non di interessi personali e di lobby, che pregiudichino la salute morale e spirituale dei giovani. Possiamo sintetizzare l’apporto, non secondario, dei genitori associati alla società italiana nello scorcio di secolo appena tramontato. Negli ultimi trenta anni del ‘900 hanno al loro attivo interventi: a. nell’organizzazione federativa dei genitori, b. nell’educazione, c. nella democratizzazione, d. nella stimolazione positiva dei mass-media. Penso ci sia quanto basti per riconoscere all’associazionismo dei genitori un ruolo fondamentale nella società italiana dell’ultimo ‘900. Ruolo che emerge necessario anche attualmente, sono le necessità educative della famiglia ad invocarlo, dovendo misurarsi con una società sempre più problematica, complessa e concorrente spietata.

[1] B। Henry Levy, “Il Secolo di Sartre”- Il Saggiatore.

[2] E.Michael Jones, “Degenerate Moderns-Modernity as Rationalized Sexual Misbehavior”. Ignatius Press. San Francisco: 1993.